Microbiota e infezioni ginecologiche da candida
Trovare Candida albicans (un fungo microscopico) nel Pap-test o nel tampone vaginale in assenza di sintomi non indica la presenza di un’infezione, perché è normale che Candida sia presente: si definisce “commensale”. Se invece ci sono sintomi di vulvo-vaginite da Candida, ossia prurito e perdite dense biancastre, allora si tratta di un’infezione e va trattata con farmaci antimicotici. In queste vulvo-vaginiti è presente una alterata composizione del microbiota vaginale che è bene correggere, al fine di prevenire le recidive. In genere, l’8-9% delle donne è soggetto a recidive, con anche più di 3 o 4 episodi in un anno. Nella pratica clinica si usano versi ceppi di Saccharomyces cerevisiae var. boulardii (abbreviato in S. boulardii), tra cui il ceppo CNCM I-1079, e Lactobacillus rhamnosus (attualmente rinominato in Lacticaseibacillus rhamnosus), ceppo GG (sinonimo di ATCC 53103).
S. BOULARDII
S. boulardii sembra agire sulla formazione dei filamenti di ancoraggio (pseudoife) di Candida, ostacolando l’adesione del patogeno alle cellule epiteliali del tratto urogenitale, con conseguente diminuzione del biofilm necessario per la proliferazione e lo sviluppo di infezione. Tale effetto è stato ricondotto sia al ceppo vivo di S. boulardii, sia al suo estratto, anche se somministrato in basse dosi, suggerendone una spiccata attività. In vitro, è inoltre risultata diminuita la risposta infiammatoria al patogeno, con un decremento dei livelli di IL-8 (interleuchina 8). In seguito alla somministrazione di questo probiotico, si è dimostrata una ridotta colonizzazione da parte di Candida.
L. RHAMNOSUS GG
Tra i probiotici più efficaci troviamo L. Rhamnosus GG, che ha infatti mostrato un significativo impatto nei principali fattori di virulenza da Candida, inclusa l’adesione, l’invasione e l’estensione delle ife. L’attività di L. Rhamnosus GG è stata dimostrata anche a livello dal cavo orale in modelli in vitro di candidiasi orale, nei quali questo probiotico ha mostrato di proteggere gli epiteli orali contro l’infezione da C. albicans prevenendo l’adesione, l’invasione e il danno, grazie alla limitazione operata da L. Rhamnosus GG sui nutrienti disponibili per la proliferazione di Candida.
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